Differenze tra le versioni di "Che"

Da Dizionario Italiano.
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<sup>1</sup><span class="da-notare">pronome relativo invariato</span> (<span class="da-notare">per i casi obliqui, gli corrisponde la forma</span> <span class="esempio">cui</span>)
[[File:Che.jpg|right|thumb|Che]]<sup>2</sup><span class="da-notare">Pronome, Aggettivo, Sostantivo Invariato</span>
* (<span class="da-notare-desc">Introduce frasi relative con il verbo all'indicativo o al congiuntivo</span>; <span class="da-notare-desc">ma le sue funzioni si accostano in vari casi a quelle della Congiunzione omofona</span> <span class="enfasi">che</span> <span class="da-notare-desc">o esulano dal quadro delle frasi propriamente relative</span>)
* <span class="da-notare-desc">pronome interrogativo ed esclamativo</span> (<span class="da-notare-desc">solo Singolare</span>) Nel Significato di <span class="enfasi">che cosa</span> in frasi esclamative e interrogative (dirette e indirette, in funzione di soggetto, oggetto, complemento predicativo, complempento indiretto): <span class="enfasi">che mi tocca vedere!</span>; <span class="enfasi">che ti succede?</span>; <span class="enfasi">crede di fare chissà che</span>; anche assoluto, talvolta ripetuto, per chiedere spiegazioni o come risposta negativa: <span class="enfasi">che?</span>; questo valore si attenua nel <span class="enfasi">che</span> puro segnale discorsivo all'inizio di domande di tono confidenziale: <span class="enfasi">che, avresti paura?</span> &#8214; <span class="lcd">e che, ma che</span>, formule che introducono una domanda retorica di tono ironico: <span class="enfasi">e che </span>(<span class="enfasi">ma che</span>), <span class="enfasi">devo pensarci io?</span> &#8214; <span class="lcd">che è e che non è</span>, in un racconto, si usa per introdurre un particolare inatteso &#8214; <span class="lcd">che so </span>(<span class="lcd">io</span>), formula incidentale, attenuativa


* Il quale, la quale, i quali, le quali, in funzione di soggetto o di oggetto diretto, riferito a persona o cosa appena nominata (indicata da un nome o da un pronome, anche di Significato neutro, che costituisce l'antecedente): <span class="enfasi">è quello che ha detto</span>; <span class="enfasi">ho pagato tutto, che non è poi molto</span>; <span class="enfasi">cerco una segretaria che sappia il russo</span>
* <span class="da-notare-desc">Aggettivo interr. ed esclamazione</span> Invariato


* (<span class="da-notare-desc">in funzione di complempento indiretto non preceduto da preposizione, in usi più liberi, di antica tradizione ma variamente accettati nella norma attuale</span>) Cui, a cui; <br /> di cui; <br /> in cui: più affermato l'uso con valore temporale: <span class="enfasi">la sera che ci incontrammo</span>; oggi più propri del parlato spontaneo, e come tali imitati anche <span class="significato">in letteratura</span>, gli usi con altri valori (locativo, partitivo, di mezzo, di argomento, modale et<span class="lemma">che</span>..), nei quali è di solito ripreso da un'altra forma Pronome: <span class="enfasi">quella stoffa che ci fanno le fodere</span>; <span class="significato">nel proverbio</span> <span class="enfasi">paese che vai, usanza che trovi</span>
* In frasi interrogative dirette e indirette, quale, quali: <span class="enfasi">che ora è?</span>; <span class="enfasi">gli chiesi che progetti avesse</span>; dopo <span class="enfasi">ecco</span>: <span class="enfasi">ecco che cosa vuole</span>; con tipici termini rafforzativi: <span class="enfasi">che diavolo vai cercando?</span>; <span class="enfasi">che cavolo combini?</span> &#8214; <span class="lcd">a che pro?</span>, a quale scopo, con quale vantaggio &#8214; <span class="lcd">non sapere che pesci pigliare</span>, non sapere che cosa fare


* (<span class="da-notare-desc">privo di antecedente e con valore di neutro, in espressioni piuttosto cristallizzate, perlopiù negative e con il verbo all'infinito anche preceduto dalle preposizioni</span> <span class="enfasi">di</span> e <span class="enfasi">con</span>; <span class="da-notare-desc">frequente dopo l'espressione</span> <span class="enfasi">avere a</span>) Cosa che, di cui, con cui: <span class="enfasi">non c'è che dire</span>; <span class="enfasi">avere a che vedere con qualcuno</span>; <span class="enfasi">avere di che vivere</span> &#8214; <span class="lcd">non c'è di che</span>, in risposta a un ringraziamento
* Con valore esclamativo, quale, quali: <span class="enfasi">che meraviglia questo giardino!</span>; anche sottintendendo il s.: <span class="enfasi">che matto!</span> (eventualmente con il s. posposto, come tema dislocato: <span class="enfasi">che stupido, Giorgio</span>); <br /> anche, nell'uso informale, seguito da un Aggettivo di valore neutro: <span class="enfasi">che bello, è vacanza!</span>; con ripresa di un successivo <span class="enfasi">che</span> relativo: <span class="enfasi">che mal di testa che ho!</span>; con eliminazione del <span class="enfasi">che</span> esclamazione: <span class="enfasi">ingenuo che è!</span>; <span class="significato">frequente</span> rinforzato con un'espressione al negativo: <span class="enfasi">stupido che non sei altro!</span>


* (<span class="da-notare-desc">preceduto dall'articolo o da Preposizione Articolo, con valore di neutro, riferito a un antecedente costituito da un'intera frase</span>) Cosa che, ciò che; <br /> alla qual cosa, della qual cosa, et<span class="lemma">che</span>..: <span class="enfasi">non risponde nessuno, il che mi preoccupa</span>; <span class="enfasi">ti ho detto tutto, col che ritengo chiuso il discorso</span>; anche senza l'Articolo, dopo una pausa, come soggetto di un predicato nominale o preceduto dalle locuzioni Preposizione <span class="enfasi">prima di, dopo di</span>: <span class="enfasi">vieni di persona, che è la cosa migliore</span>; <span class="enfasi">prenota il posto, dopo di che pagherai il biglietto</span>
* <span class="da-notare-desc">Sostantivo Maschile</span> (<span class="da-notare-desc">solo Singolare</span>)


* In funzione di complemento predicativo (equivale a &#171;quale&#187; comparativo): <span class="enfasi">da quel gentiluomo che è, non ha chiesto nulla</span>
* (<span class="da-notare-desc">preceduto dall'articolo indeterminativo, a volte anche da altre espressioni di indeterminatezza, e seguito spesso da un'espressione specificante</span>) Qualcosa: <span class="enfasi">noto un che di strano</span>


* Ha valore di connettivo generico nelle cosiddette frasi &#171;scisse&#187;: <span class="enfasi">è lui che me l'ha detto</span>; <span class="enfasi">è a Roma che devi cercare quel libro</span>; è più vicino a una Congiunzione temporale (&#171;mentre&#187;) in alcune frasi con verbi come <span class="enfasi">vedere, incontrare, scoprire, trovare</span>: <span class="enfasi">lo sentii che rimproverava il figlio</span>; e con espressioni di luogo precedute dal v. <span class="enfasi">essere</span>: <span class="enfasi">è là che piange e si dispera</span>
* Solo nella Locuzione <span class="lcd">il che e il come</span>, tutto, ogni particolare


* Acquista valore interrogativo o esclamativo in frasi del tipo: <span class="enfasi">mi indichi gli articoli che hai letto?</span>; <span class="enfasi">vedessi i quadri che ha!</span>
* Fondamentale per l'uso del pronome relativo è il preciso riferimento al suo &#171;antecedente&#187;. È bene che questo preceda immediatamente o almeno sia l'ultimo elemento sostantivale in accordo col verbo, e con altri elementi, della frase relativa: <span class="enfasi">si vedeva bene la cima del monte, che era imbiancata di neve</span>. Talvolta il riferimento può essere intuitivo: <span class="enfasi">il cane del mio vicino, che abbaia quando mi vede</span>. Bisogna evitare i casi di ambiguità non risolta dal contesto, utilizzando la punteggiatura o sostituendo <span class="enfasi">che</span> con <span class="enfasi">il quale, i quali</span> et<span class="lemma">che</span>..
* Il <span class="cit">che</span> relativo polivalente (accezione 2) non è ammesso negli usi della lingua più regolati logicamente, ma ha un'alta funzionalità negli altri tipi di comunicazione, nei quali può esprimere nel contempo valori causali, consecutivi, finali et<span class="lemma">che</span>.. (sfumando spesso verso la funzione di congiunzione). Nelle sue varie modalità è largamente attestato a tutti i livelli, in tutte le epoche della lingua italiano (anche in Dante), ed è stato rilanciato da <span class="aut">Manzoni</span> nei <span class="enfasi">&#171;Promessi sposi&#187;</span> (ediz. 1840-42): <span class="cit">&#171;Gertrude</span> &#12304;&#x2026;&#12305; <span class="cit">con la stessa prontezza che avrebbe preso la fuga dinanzi un oggetto terribile, proseguì&#187;</span>; <span class="cit">&#171;una soffitta che ci si saliva per la scala grande&#187;</span> (<span class="aut">Pavese</span>)  È oggi di livello [[Popolare]], la ripresa del pronome relativo con il pronome personale, del tipo <span class="enfasi">il quadro che lo volevo comprare io</span>; anche quest'uso è nei classici antichi e moderni: <span class="cit">&#171;e più di mille/ombre mostrommi e nominommi a dito/ch'amor di nostra vita dipartille&#187;</span> (<span class="aut">Dante</span>); <br /> <span class="cit">&#171;una lingua difficile, che non ce n'è tanti che la sappiano&#187;</span> (<span class="aut">Calvino</span>)


[[Categoria:C]]
[[Categoria:C]]
[[Categoria:pronome relativo invariato]]
[[Categoria:Pronome]]
[[Categoria:Aggettivo]]
[[Categoria:Sostantivo Invariato]]

Versione delle 22:13, 12 feb 2010

2Pronome, Aggettivo, Sostantivo Invariato

  • pronome interrogativo ed esclamativo (solo Singolare) Nel Significato di che cosa in frasi esclamative e interrogative (dirette e indirette, in funzione di soggetto, oggetto, complemento predicativo, complempento indiretto): che mi tocca vedere!; che ti succede?; crede di fare chissà che; anche assoluto, talvolta ripetuto, per chiedere spiegazioni o come risposta negativa: che?; questo valore si attenua nel che puro segnale discorsivo all'inizio di domande di tono confidenziale: che, avresti paura?e che, ma che, formule che introducono una domanda retorica di tono ironico: e che (ma che), devo pensarci io?che è e che non è, in un racconto, si usa per introdurre un particolare inatteso ‖ che so (io), formula incidentale, attenuativa
  • Aggettivo interr. ed esclamazione Invariato
  • In frasi interrogative dirette e indirette, quale, quali: che ora è?; gli chiesi che progetti avesse; dopo ecco: ecco che cosa vuole; con tipici termini rafforzativi: che diavolo vai cercando?; che cavolo combini?a che pro?, a quale scopo, con quale vantaggio ‖ non sapere che pesci pigliare, non sapere che cosa fare
  • Con valore esclamativo, quale, quali: che meraviglia questo giardino!; anche sottintendendo il s.: che matto! (eventualmente con il s. posposto, come tema dislocato: che stupido, Giorgio);
    anche, nell'uso informale, seguito da un Aggettivo di valore neutro: che bello, è vacanza!; con ripresa di un successivo che relativo: che mal di testa che ho!; con eliminazione del che esclamazione: ingenuo che è!; frequente rinforzato con un'espressione al negativo: stupido che non sei altro!
  • Sostantivo Maschile (solo Singolare)
  • (preceduto dall'articolo indeterminativo, a volte anche da altre espressioni di indeterminatezza, e seguito spesso da un'espressione specificante) Qualcosa: noto un che di strano
  • Solo nella Locuzione il che e il come, tutto, ogni particolare