Differenze tra le versioni di "Ci"

Da Dizionario Italiano.
m
m
Riga 1: Riga 1:


<sup>3</sup><span class="da-notare">Pronome Personale</span>,<span class="da-notare">variante di</span> <span class="esempio">si</span>,<span class="da-notare">con valore impersonale, usato davanti a</span> <span class="esempio">si</span><span class="da-notare">riflessivo</span>: <span class="esempio">ci si saluta</span>
<sup>2</sup><span class="da-notare">Avverbio, Pronome</span> (<span class="da-notare">specifico come Avverbio prende la forma</span> <span class="esempio">ce</span><span class="da-notare">in combinazione con i Pronome atoni</span> <span class="esempio">lo, la, li, le</span> e <span class="esempio">ne</span>,<span class="da-notare">ai quali è sempre anteposto: per esempio</span> <span class="esempio">ce ne vuole</span>; <span class="esempio">posiamocelo sopra</span>;<span class="da-notare">si premette anche a</span> <span class="esempio">si, se ne</span>: <span class="esempio">ci si riesce</span>;<span class="da-notare">si pospone a</span> <span class="esempio">mi, ti, gli, le</span><span class="da-notare">e a</span> <span class="esempio">vi</span>: <span class="esempio">mi ci metto</span>;<span class="da-notare">non si usa in combinazione con</span> <span class="esempio">ci</span>;<span class="da-notare">si apostrofa normalmente davanti a verbo iniziante per</span> <span class="esempio">i</span><span class="da-notare">e ai verbi</span> <span class="esempio">essere</span><span class="da-notare">ed</span> <span class="esempio">entrare</span>: <span class="esempio">c'impiego poco</span>; <span class="esempio">c'è</span>;<span class="da-notare">con forme verbali monosillabiche o tronche subisce il raddoppiamento sintattico, per esempio nell'imperativo</span> <span class="esempio">stacci</span>)
* <span class="da-notare-desc">Avverbio</span> È usato come proclitica (cioè davanti al verbo: per esempio <span class="enfasi">che ci fate?</span>) o come enclitica (dopo il verbo: per esempio <span class="enfasi">andiamoci</span>)
 
* Qui, lì, nel luogo di cui si parla, con funzione di stato o moto a luogo: <span class="enfasi">ci abita mio zio</span>; per di qui, per di là, con funzione di moto per luogo: <span class="enfasi">ci passa la ferrovia</span>
 
* Si accompagna al v. <span class="enfasi">essere</span> non ausiliare, col valore attualizzante di &#171;esistere&#187;, &#171;essere presente&#187;, &#171;essere a disposizione&#187;: <span class="enfasi">c'è un libro sul tavolo</span>; <span class="enfasi">c'è tempo</span>; con valore presentativo, per mettere in rilievo il soggetto di una frase, seguito poi da relativa: <span class="enfasi">c'è un signore che ti vuole parlare</span>; con <span class="enfasi">da</span> introduce un infinito: <span class="enfasi">c'è poco da ridere!</span> &#8214; <span class="lcd">c'era una volta</span>, esisteva, formula di apertura di favole e fiabe &#8214; <span class="lcd">c'è modo e modo</span>, esistono forme più corrette &#8214; <span class="lcd">non c'è modo, non c'è verso</span>, non si hanno possibilità &#8214; <span class="lcd">ci siamo</span>(<span class="lcd">?</span>), siamo pronti, con valore esclamativo o interrogativo; <br /> anche &#171;è chiaro?&#187; &#8214; <span class="lcd">ci sei?</span>, sei pronto? hai capito? &#8214; <span class="lcd">non ci siamo proprio</span>, siamo fuori strada
 
* Specifico <span class="significato">nel linguaggio parlato</span>, si accompagna al verbo <span class="enfasi">avere</span> non ausiliare, col valore attualizzante di riferimento generico a un fatto: <span class="enfasi">ci ho gusto</span>; prima di <span class="enfasi">da</span> + infinito o <span class="enfasi">a che</span> + infinito: <span class="enfasi">ci ho da fare</span>; <span class="enfasi">non ci ho niente a che vedere</span>; o quasi completamente ridondante: <span class="enfasi">ce l'hai l'ombrello?</span> &#8214; <span class="lcd">avercela con qualcuno</span>, essere adirato nei suoi confronti
 
* Con lo stesso valore attualizzante, anche senza riferimenti a una cosa o a un fatto, dà un Significato particolare ad alcuni verbi &#8214; <span class="lcd">volerci</span>, essere necessario: <span class="enfasi">ci vuol tutta</span> &#8214; <span class="lcd">andarci</span>, essere opportuno: <span class="enfasi">qui ci andrebbe una virgola</span> &#8214; <span class="lcd">entrarci</span>, essere pertinente: <span class="enfasi">che cosa c'entra?</span> &#8214; <span class="lcd">metterci</span>, impiegare (tempo): <span class="enfasi">quanto ci metti?</span> &#8214; <span class="lcd">mettercisi</span>, applicarsi &#8214; <span class="lcd">correrci</span>, passare differenza: <span class="enfasi">tra lui e te ce ne corre!</span> &#8214; <span class="lcd">starci</span>, essere d'accordo; <br /> accettare approcci amorosi &#8214; <span class="lcd">farcela</span>, riuscire
 
* Si usa con i verbi di percezione: <span class="enfasi">non ci sento bene</span>
 
* <span class="da-notare-desc">Pronome dimostrativo</span> A ciò, di ciò et<span class="lemma">ci</span>.., con riferimento, anche generico, a cosa o a situazione: <span class="enfasi">non ci pensare più</span>; <span class="enfasi">ci puoi giurare</span>; con riferimento a pers. (a parte gli usi [[Popolare]], e [[Regionale]], in cui sostituisce <span class="enfasi">gli</span>: <span class="enfasi">ci dico</span>), si adopera soltanto nel senso di &#171;con lui&#187;, &#171;con lei&#187;, &#171;con loro&#187; o simili, oppure in combinazione con un altro Pronome: <span class="enfasi">ci ho parlato</span>; <span class="enfasi">su di te non ci si può contare</span>
 
 
* Il valore Avverbio (primario) e quello Pronome di questo <span class="enfasi">ci</span> non sono sempre nettamente separabili  L'uso di <span class="enfasi">ci</span> con il verbo <span class="enfasi">avere</span>, con progressiva perdita di significato, è di antica data: <span class="cit">&#171;io non ci ho colpa&#187;</span> (<span class="aut">Sacchetti</span>); <br /> tuttavia trova resistenza nell'uso scritto anche per difficoltà grafiche (più diffusa, comunque, la grafia <span class="enfasi">ci ho</span> et<span class="lemma">ci</span>.., rispetto a <span class="enfasi">ci ò</span> o a <span class="enfasi">c'ho</span>, decisamente inaccettabili)  Nei casi in cui esiste l'alternativa fra <span class="enfasi">ci</span> e <span class="enfasi">vi</span>, <span class="enfasi">ci</span> ha preso progressivamente il sopravvento (fu preferito già da Manzoni nel testo definitivo dei <span class="enfasi">Promessi Sposi</span>)
 
[[Categoria:C]]
[[Categoria:C]]
[[Categoria:Pronome Personale]]
[[Categoria:Avverbio]]
[[Categoria:Pronome]]

Versione delle 22:20, 12 feb 2010

2Avverbio, Pronome (specifico come Avverbio prende la forma cein combinazione con i Pronome atoni lo, la, li, le e ne,ai quali è sempre anteposto: per esempio ce ne vuole; posiamocelo sopra;si premette anche a si, se ne: ci si riesce;si pospone a mi, ti, gli, lee a vi: mi ci metto;non si usa in combinazione con ci;si apostrofa normalmente davanti a verbo iniziante per ie ai verbi essereed entrare: c'impiego poco; c'è;con forme verbali monosillabiche o tronche subisce il raddoppiamento sintattico, per esempio nell'imperativo stacci)

  • Avverbio È usato come proclitica (cioè davanti al verbo: per esempio che ci fate?) o come enclitica (dopo il verbo: per esempio andiamoci)
  • Qui, lì, nel luogo di cui si parla, con funzione di stato o moto a luogo: ci abita mio zio; per di qui, per di là, con funzione di moto per luogo: ci passa la ferrovia
  • Si accompagna al v. essere non ausiliare, col valore attualizzante di «esistere», «essere presente», «essere a disposizione»: c'è un libro sul tavolo; c'è tempo; con valore presentativo, per mettere in rilievo il soggetto di una frase, seguito poi da relativa: c'è un signore che ti vuole parlare; con da introduce un infinito: c'è poco da ridere!c'era una volta, esisteva, formula di apertura di favole e fiabe ‖ c'è modo e modo, esistono forme più corrette ‖ non c'è modo, non c'è verso, non si hanno possibilità ‖ ci siamo(?), siamo pronti, con valore esclamativo o interrogativo;
    anche «è chiaro?» ‖ ci sei?, sei pronto? hai capito? ‖ non ci siamo proprio, siamo fuori strada
  • Specifico nel linguaggio parlato, si accompagna al verbo avere non ausiliare, col valore attualizzante di riferimento generico a un fatto: ci ho gusto; prima di da + infinito o a che + infinito: ci ho da fare; non ci ho niente a che vedere; o quasi completamente ridondante: ce l'hai l'ombrello?avercela con qualcuno, essere adirato nei suoi confronti
  • Con lo stesso valore attualizzante, anche senza riferimenti a una cosa o a un fatto, dà un Significato particolare ad alcuni verbi ‖ volerci, essere necessario: ci vuol tuttaandarci, essere opportuno: qui ci andrebbe una virgolaentrarci, essere pertinente: che cosa c'entra?metterci, impiegare (tempo): quanto ci metti?mettercisi, applicarsi ‖ correrci, passare differenza: tra lui e te ce ne corre!starci, essere d'accordo;
    accettare approcci amorosi ‖ farcela, riuscire
  • Si usa con i verbi di percezione: non ci sento bene
  • Pronome dimostrativo A ciò, di ciò etci.., con riferimento, anche generico, a cosa o a situazione: non ci pensare più; ci puoi giurare; con riferimento a pers. (a parte gli usi Popolare, e Regionale, in cui sostituisce gli: ci dico), si adopera soltanto nel senso di «con lui», «con lei», «con loro» o simili, oppure in combinazione con un altro Pronome: ci ho parlato; su di te non ci si può contare


  • Il valore Avverbio (primario) e quello Pronome di questo ci non sono sempre nettamente separabili L'uso di ci con il verbo avere, con progressiva perdita di significato, è di antica data: «io non ci ho colpa» (Sacchetti);
    tuttavia trova resistenza nell'uso scritto anche per difficoltà grafiche (più diffusa, comunque, la grafia ci ho etci.., rispetto a ci ò o a c'ho, decisamente inaccettabili) Nei casi in cui esiste l'alternativa fra ci e vi, ci ha preso progressivamente il sopravvento (fu preferito già da Manzoni nel testo definitivo dei Promessi Sposi)